La moxa, “erba che brucia” è un metodo molto utilizzato nella medicina Cinese e viene eseguita con un sigaro composto da foglie essiccate di Artemisia.
La moxibustione viene utilizzata per curare diverse problematiche sia fisiche (dolori articolari e muscolari, blocchi digestivi) e sia psico-emotive (depressione, ansia).
MA PERCHE’ POTREBBE ESSERE UTILE IN GRAVIDANZA?
E’ consigliata nei casi in cui il feto è in presentazione podalica (il sedere è in basso nel bacino invece che a testa in giù) con un successo di circa il 70% e si pratica proprio attraverso il sigaro di Artemisia.
Il bambino in utero tende a muoversi parecchio soprattutto nei primi due trimestri, poi troverà la sua posizione che quasi sempre è longitudinale e in presentazione cefalica (quindi a testa in giù).
Soltanto il 4% circa dei bambini si presenta in posizione podalica per fattori non noti ma che spesso hanno una correlazione con fattori materni, del feto e della gravidanza stessa.
Solitamente il bambino si mette nella giusta posizione massimo intorno alla 32/34 settimana di gestazione, ma se ciò non dovesse avvenire può essere praticata la moxa.
COME SI FA?
E’ sempre meglio chiedere aiuto a specialisti per eseguire al meglio la procedura. La donna è supina con un cuscino sotto alla testa e due tre tra bacino e ginocchia in maniera tale da avere maggior spazio per permettere la rotazione spontanea. La mamma nel frattempo può rilassarsi, mentre attraverso il sigaro di artemisia acceso viene stimolato il punto V67 che si trova nel lato più esterno del quinto dito del piede (in gergo chiamato mignolo). Questo punto preciso è collegato al meridiano della vescica collegata all’utero e la combustione del sigaro quindi andrà a stimolare attraverso il potere tonificante e riscaldante il movimento del bambino che cambierà posizione. Il sigaro va tenuto acceso a distanza di un “tzun” circa 1 cm di distanza dal dito per circa 15 minuti per lato e quando la donna avverte il calore bisogna allontanarsi un po’ e dopo poco riavvinarsi. Il sigaro va tenuto in mano a “beccata di passero” e dopo il trattamento è meglio tenere i piedi caldi. Andrà ripetuto ogni giorno per almeno una settimana.